Celebra i trent’anni di attività l’Airp – l’associazione creata da Italo Santarelli per contrastare la piaga dell’usura – e per l’occasione ha riunito i tanti compagni di battaglie in una conferenza che si è tenuta alla Regione Lazio il 12 dicembre scorso. Tra gli altri, anche Luciano Ciocchetti, vicepresidente della Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati; Antonello Aurigemma, Presidente del Consiglio regionale del Lazio; e Massimiliano Maselli, assessore regionale all’Inclusione Sociale e ai Servizi alla Persona. Tutti, nonostante gli impegni istituzionali da chiudere entro la fine dell’anno, hanno fatto di tutto per intervenire e dare la propria testimonianza. E poi ancora, i responsabili dell’Area della Regione Lazio che contrasta l’usura sul territorio, gli esponenti di altre associazioni con cui l’Airp ha collaborato in questi anni, e Domenico Marrella, il Segretario Generale della Confael, di cui l’associazione di Santarelli fa parte.
Come nasce l’Airp
L’Airp è nata purtroppo da una vicenda personale, lo stesso Santarelli infatti è stato vittima di un usuraio. La sua storia è identica a quella di migliaia di altre persone che finiscono nel racket, ci si trova in un momento di difficoltà economica e basta poco perché la banca che ti ha accompagnato per anni non si fidi più di te. Si chiede quindi aiuto alle finanziarie, magari prima a quelle più conosciute, poi man mano ci si rivolge a operatori più opachi, a volte sono gli stessi consulenti a fare il nome di qualcuno che potrebbe risolvere la situazione, perché i circuiti legali sono molto più vicini a quelli illegali di quanto non si possa credere.
La risposta delle persone
A quel punto potrebbe essere già troppo tardi, chi finisce in questo giro si vede portare via uno dopo l’altro le attività economiche, i risparmi, i beni personali, le auto e persino la casa. Nel mentre ha pagato somme decine e decine di volte superiori a quelle che aveva ottenuto in prestito. Ma non basta, c’è sempre qualcuno che bussa alla porta, che fa una telefonata anonima nel cuore della notte, che minaccia te e i tuoi cari perché ancora non hai estinto il tuo debito. E chi finisce vittima di un usuraio troppo spesso non vede altra via di uscita che il suicidio. “Non mi interessava più niente, perché tanto avevo deciso di togliermi la vita” ha raccontato Santarelli. “Mi dicevo: se mi uccidono, pazienza, tanto ho deciso di togliermi la vita da solo perché non ne posso più. Oggi, sono orgoglioso che questa esperienza negativa sia diventata utile per tante persone, quindi la mia esperienza negativa l’ho messa a frutto delle persone che avevano bisogno d’aiuto”.
Non tutti hanno avuto la forza di reagire. Anzi, “quando fu costruita l’Airp, in Italia c’erano 154 persone che si erano tolte la vita a causa dell’usura” ha detto ancora Santarelli. “Ancora non c’era una legge specifica, venne approvata due anni dopo, a Camere sciolte, perché una famiglia – una mamma con tre figli – si erano suicidati lanciandosi nel vuoto, da un viadotto della Roma-L’Aquila”. Mancavano però i regolamenti attuativi, “il 31 dicembre del 1996, mi sono messo con altre 10 persone sotto la Galleria Colonna – di fronte a Palazzo Chigi, a Roma – a fare uno sciopero della fame”. Il regolamento è arrivato il 22 gennaio 1997.
Qual è il ruolo dell’Airp?
L’Airp non si è fermata qui, come ha riconosciuto Luciano Ciocchetti, vicepresidente della Commissione Affari Sociali della Camera: “Adesso ci sono una serie di norme nazionali e regionali che consentono di poter aiutare chi si trova in queste condizioni, ma senza le associazioni come l’Airp molti cittadini non saprebbero a chi rivolgersi. Il problema in molti casi è questo. C’è bisogno di avere sempre persone, strutture e associazioni che siano in grado di far conoscere quali sono le possibilità di uscire da questo vicolo cieco così drammatico”.
Il problema infatti non era solo normativo. Anzi verrebbe da dire che fosse prima di tutto culturale. Perché chi aveva difficoltà a pagare un assegno o una cambiale veniva marchiato, e le leggi non facevano che perpetuare l’isolamento. “Chi subiva un protestato” ha ricordato ancora Santarelli, “veniva iscritto in un apposito bollettino nazionale, e il suo nome rimaneva lì per cinque anni.
Le vittime del racket
Ma il problema era culturale, appunto, anche per il fatto che chi finisce vittima del racket prova vergogna, ha paura di essere giudicato, e fatica a chiedere aiuto. Per questo Santarelli ha capito che dell’usura era necessario parlare. La campagna 5.000 Chilometri Contro l’Usura è nata così, lo stesso fondatore dell’Airp insieme a altri volontari ha percorso in lungo e in largo l’Italia raccogliendo le testimonianze e la disperazione di tante persone che avevano vissuto quel calvario. Poi, nel corso di questi 30 anni, sono arrivati i protocolli d’intesa con le altre associazioni che contrastano la piaga, con le Forze dell’Ordine che presidiano il territorio, con gli istituti di credito.
E il confronto costante con le Istituzioni locali e nazionali. Ma soprattutto, Santarelli ha aiutato tantissime persone in tutta Italia: “la cosa più bella è vedere piangere dalla gioia una persona che prima piangeva dalla disperazione. E di tutto questo devo anche ringraziare Dio che mi aiuta nonostante ho quasi 85 anni ancora riesco andare avanti”. “Italo, siamo noi che ringraziamo te” ha replicato il Presidente Aurigemma. “La mia presenza qui – nonostante siamo impegnati nella sessione di bilancio regionale – è una presenza non solo doverosa per quello che hai fatto in questi trent’anni, ma è soprattutto una presenza sentita. Perché sei riuscito a colmare un vuoto che si è creato tra le istituzioni e le persone o le aziende in difficoltà.
E quando le Istituzioni non riescono a garantire la continuità di un’azienda, a dare un supporto – non soltanto economico ma spesso anche di affiancamento – vuol dire che c’è un problema. È un problema sentito. È un problema che investe dei numeri importanti e che abbiamo vissuto in prima persona sulla nostra pelle qui qualche anno fa con la pandemia, quando le aziende del nostro territorio non chiedevano contributi a fondo perduto, ma chiedevano risorse da poter restituire al sistema bancario”.
Il ruolo della Regione Lazio
Il Presidente del Consiglio regionale del Lazio ha quindi affrontato il ruolo che dovrebbe ricoprire la Regione: “dobbiamo portare avanti l’esperienza che abbiamo vissuto durante il Covid, in qualche caso ci siamo riusciti in qualche caso no. Dobbiamo consentire alle aziende di investire con il sostegno del sistema bancario, e dobbiamo snellire tutta la parte burocratica, per fare in modo che possano operare in continuità”.
La piaga dell’usura oggi
Di questa piaga tuttavia si parla ancora poco, tanto che ancora oggi chi finisce vittima di un usuraio non sa a chi chiedere aiuto. Il tassello centrale sono quindi la prevenzione e l’informazione, come ha evidenziato Daniele Tasca, il Dirigente dell’Area Politiche degli Enti Locali, Polizia Locale e lotta all’Usura della Regione Lazio: “occorre mettere in contatto le Istituzioni, le associazioni, le fondazioni con le persone che hanno bisogno di noi. Ed è una sfida molto difficile”. E per questo, è necessario “ammodernare e rendere più fruibili gli sportelli”, utilizzando anche i social e l’intelligenza artificiale, ma soprattutto occorre creare “uno sportello unico dove tutte le associazioni possano apparire e agire poi sulla prevenzione”. E poi è fondamentale presidiare il territorio in maniera capillare, coinvolgendo le Forze dell’Ordine – “sono in strada e possono capire e intervenire quando qualcuno è in difficoltà” – e andare nelle scuole e “parlare con il linguaggio dei ragazzi, perché se noi riusciamo a insegnare ai ragazzi, poi saranno lor a parlare con i propri genitori”.
Le parole del Segretario Generale della Confael
Una proposta che ha caldeggiato anche il Segretario Generale della Confael Domenico Marrella: “è anche una questione morale, di costume: bisogna partire dalle scuole, dall’educazione civica, dall’uso consapevole del denaro”. E quindi rivolgendosi a Santerelli ha suggerito di mettere a punto nuovi strumenti: “la Confederazione è casa tua e coinvolgendo il nostro Centro Studi possiamo lavorare a un disegno di legge che rafforzi ulteriormente le misure contro l’usura”. Il problema principale sono però le risorse, economiche prima di tutto, ma non solo, come ha sottolineato ancora Tasca: “sapete quante persone ho per occuparmi del sovraindebitamento? Due e, per quanto validissime, sono due”.
L’assessore regionale Maselli in merito alle iniziative messe in campo
Qualche spiraglio sulle risorse lo ha però aperto Massimiliano Maselli. L’assessore regionale all’Inclusione Sociale e ai Servizi alla Persona in passato ha sostenuto una serie di iniziative per contrastare l’usura, come una campagna di sensibilizzazione rivolta agli anziani – “le persone più in là con gli anni sono particolarmente fragili e rischiano facilmente di finire vittime di questa spirale” – anche se usura e sovraindebitamento non rientrano specificatamente tra le sue deleghe.
Nonostante questo, “mi prendo pienamente la responsabilità” ha ammesso Maselli, “la Regione dovrebbe impiegare più risorse”. E ancora, “sono qui per portare il saluto del governatore Rocca e dirvi che siamo pienamente consapevoli che questa piaga va contrastata e che servono più risorse”. La Regione tuttavia ha avuto finora “due corde al collo: il debito di 22 miliardi e 200 milioni che nelle passate legislature si è accumulato in maniera trasversale, e il piano di rientro.
Questo vuol dire che come Regione sei un sorvegliato speciale e non puoi fare una serie di investimenti”. Per questo la priorità “è stata di rimettere i conti a posto. E abbiamo ridotto già di un miliardo il debito con la prospettiva di arrivare al 2027 con una riduzione di più di tre miliardi”. Nel 2023, “il nostro primo anno di legislatura, abbiamo chiuso il bilancio con 32 milioni di utili, quindi abbiamo invertito la tendenza. E abbiamo chiuso quest’anno con 50 milioni di utile”. E dopo aver chiuso due esercizi in utile, il governatore Rocca potrà chiedere al ministro dell’Economia di revocare il piano di rientro. Insomma, la Regione già dai prossimi mesi potrà giocare un ruolo maggiore, e “avete una sacrosanta ragione a chiedere di investire di più su questo tema”.