Marrella, le retribuzioni di base devono crescere del 30%, altrimenti sarà solo una mancetta. Ma l’esecutivo ridisegni il mercato del lavoro e il sistema produttivo
Roma, 31 maggio 2023 – “Bene la riforma complessiva del sistema fiscale, ma il governo Meloni deve prefiggersi obiettivi ambiziosi”. Così il segretario generale della Confael Domenico Marrella, commentando i piani annunciati dalla premier Giorgia Meloni. “E deve partire dal presupposto che questa riforma deve essere solo un elemento di un disegno più ampio, per imprimere un nuovo assetto al sistema economico del Paese”.
Giusto che la riforma fiscale sia il punto di partenza, per dare un contributo immediato ai lavoratori. “Quando parliamo di obiettivi ambiziosi – spiega Marrella, – intendiamo che la riforma dell’Irpef o la detassazione dei fringe benefit devono tradursi in un aumento di almeno il 30% delle retribuzioni di base. Il livello salariale è talmente basso in Italia che qualunque altro risultato non produrrebbe effetti: il taglio del cuneo fiscale che il governo ha introdotto con la legge di Bilancio alla fine si è ridotto a poco più di una mancetta per i lavoratori”.
Secondo la Confael però la sterzata che il governo ha annunciato deve essere anche l’occasione per intervenire in maniera radicale sul mercato del lavoro. “I dati sui disoccupati e sugli inattivi stanno migliorando – osserva ancora il segretario generale della Confael – ma i valori assoluti sono ancora elevati. Quelli dei neet in particolare restano allarmanti. E il fenomeno va letto insieme a quello del mismatch, delle aziende che fanno fatica a trovare addetti con le giuste qualifiche per ricoprire le posizioni aperte. La digitalizzazione ad esempio ha aperto un fronte di possibilità vastissimo, ma le risorse umane da inserire subito nel mercato del lavoro sono nettamente insufficienti. Serve una formazione mirata per creare queste nuove figure”.
Tutti questi interventi, infine, devono essere collegati a una politica industriale che riduca finalmente il gap tra il Nord e il Sud del Paese. “ Il ponte sullo Stretto di Messina in questo senso rappresenta l’inizio di un percorso industriale che deve avere un respiro internazionale – sottolinea ancora Marrella. – La Sicilia, grazie alla sua posizione geografica, è destinata a diventare uno degli snodi europei per le rotte commerciali. Lo è già per gli approvvigionamenti energetici e, grazie alla silicon valley di Catania, sta diventando un incubatore di start-up. È fondamentale creare delle infrastrutture efficienti. Ma è fondamentale non solo per la Sicilia, ma per tutto il Mezzogiorno – conclude Marrella, – solo in questo modo si riusciranno a attirare gli investitori nazionali e stranieri”.